Perché un master professionalizzante? Perché in ambito digital? Ma soprattutto: perché in Romagna? Abbiamo deciso di chiederlo direttamente ad alcune figure chiave del Master in Digital Skills.
Marco Biasin, co-founder di Romagna Digital Valley
Qual è la visione che ha portato alla nascita di questo progetto?
I giovani sono il motore del digitale eppure sono distanti emotivamente dalle PMI, per cultura, abitudini e approcci. Tra loro, però, ci sono talenti realmente vogliosi di applicarsi e creare quel cambiamento.
Nel mercato c’è spazio per adattare processi realmente utili e ad impatto nelle PMI tramite il digitale e il coinvolgimento di giovani talenti.
Tutti noi qui abbiamo bisogno dei giovani talenti e i giovani talenti hanno bisogno di noi.
Loro hanno bisogno di noi perché gli serve potersi applicare operativamente nel concreto, uscendo da didattiche frontali e lontane dal mondo reale. Hanno bisogno di noi per comprendere il mondo offline e quelle logiche base del buon senso aziendale, che tanto manca loro.
Hanno bisogno di noi per apprendere quelle soft skills come la capacità di risolvere i problemi da soli e relazionarsi. Hanno bisogno di noi per conoscere il settore in cui lavoreranno a fondo tanto quanto lo conosciamo noi.
Hanno bisogno di noi per ottenere quella fiducia e quell’entusiasmo che vi sto trasmettendo io ora, e che le imprese dovranno trasmettergli quando inizieranno a lavorare.
Romagna Digital Valley sarà questo grazie al Master in Digital Skills.
Armando Bottazzo, coordinatore didattico
Il Master promette di trasformare giovani talenti in professionisti del digitale: in cosa consiste la didattica innovativa proposta da Romagna Digital Valley?
Siamo sempre stati abituati a vivere la didattica in maniera frontale con il docente in cattedra e i “discenti” ad ascoltare.
Cambiamo intanto le parole: per noi quelli che sono gli studenti e le studentesse vengono considerati dei coworkers perché dalla prima lezione metteranno le mani in pasta.
I nostri “docenti” sono dei professionisti che ogni giorno lavorano nel loro campo. Non è previsto un momento di tirocinio, perché la stessa esperienza del master, per come sarà impostata, sarà un’esperienza operativa.
Crediamo, come confermano le ricerche in ambito pedagogico, nel learning by doing. Abbiamo pensato a diversi format per rendere l’esperienza molto pratica, per esempio per ogni materia i project work che dovranno svolgere i partecipanti saranno sfide reali che l’agenzia sta affrontando nel lavoro quotidiano. Per questo i nostri coworkers sono considerati dei collaboratori che in team presenteranno soluzioni a problemi che un’agenzia o un’azienda vive tutti i giorni.
Lavorando in team, svolgendo riunioni insieme a loro, avendo una tutor in classe, potremo osservare con più occhi anche le loro competenze trasversali. Sempre più aziende danno peso alle famose soft skills. Con i professionisti e lo staff interno avremo una forte attenzione e cura sul percorso di ogni partecipante.
Il rapporto professionista-coworkers ci permetterà di avere un’attenzione approfondita dei bisogni, delle competenze e dei desideri professionali di ogni partecipante. L’orientamento è uno dei principali elementi di attenzione e cura del nostro master.
Il nostro obiettivo è che a fine del percorso siano pronti per firmare dei contratti di lavoro. Per questo li prepareremo anche nel migliorare il loro profilo LinkedIn, nella ricerca e nell’orientamento, presentandoli alle aziende e ai professionisti del territorio. Li aiuteremo nella gestione delle riunioni, dei feedback, dei colloqui di lavoro.
Infine loro stessi svolgeranno il master dentro un’agenzia che è in continua ricerca di talenti.
Elisa De Portu, Digital Strategist e docente
Cosa significa per te questo progetto?
Questo progetto è sicuramente un passaggio importante per la mia e la nostra crescita professionale. Abbiamo studiato tanto il mondo del marketing digitale e continuiamo a farlo. È arrivato il momento di restituire qualcosa, non solo a beneficio dei clienti di Integra Solutions, ma anche delle prossime generazioni di marketers.
Credo molto nel fatto che la conoscenza vada condivisa per essere moltiplicata. Il patrimonio di know how di un professionista va messo in rete con altri, anche se junior. Solo così può crescere il settore e possiamo fare vera innovazione.
Già nei primi giorni di lezione non so se sia stata io a dare maggiori stimoli alle studentesse e agli studenti o loro a me. Chi arriva dopo, in un settore che magari è già maturo, ha il diritto di stupirsi, di fare domande scomode, di gettare una nuova luce su quello che magari nel tempo è solo consuetudine. Di contro chi ha esperienza e “mestiere” può evitare ai nuovi colleghi di inciampare in errori che si sono già fatti, dare loro occasione di fare ancora meglio.
Sento poi un altro impulso importante ed è quello della consapevolezza. Chi si approccia a questo lavoro deve porsi domande sull’etica e le sfide che internet ci mette davanti. La trasformazione digitale ci impone di essere non solo esperti consapevoli, ma anche cittadini attenti a quello che accade intorno a noi. Il mio sogno è che presto Romagna Digital Valley sia un luogo di teste pensanti, che lavorano nel digital con impegno, passione, ma soprattutto responsabilità per i luoghi di lavoro e il territorio in cui operano.
Cosa definisce Romagna Digital Valley? L’entusiasmo, un motore che caratterizza tutti i soggetti che la compongono e che, dalla sua ideazione alla sua attuale applicazione, non smettono di sognare e credere in un futuro di connessione, contaminazione e arricchimento per il proprio territorio, per il mondo del digitale e per i suoi professionisti.